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DOSSIER
Il referendum sulle indennità dei consiglieri regionali umbri
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...::: Il FATTO :::...

di Francesco Montanari

PERUGIA – Dunque il referendum si fa! Il Comitato referendario umbro, che propone l’abrogazione dell’ indennità per i consiglieri regionali, ha dovuto superare diversi scogli, prima in fase organizzativa, con la necessità di mettere in piedi una macchina capace di mobilitare allo scopo molte persone in tutta la regione, quindi, successivamente, con le scadenze imposte dalla legge: nella fattispecie la raccolta di almeno 3000 firme nei primi trenta giorni di campagna referendaria, da consegnare all’ufficio di presidenza del Consiglio regionale per vagliare la legittimità della domanda, (obiettivo ampiamente raggiunto con la presentazione di 3800 firme), e quindi la successiva scadenza del 30 settembre ’04 quale termine ultimo per presentare le 10000 firme necessarie per ottenere il voto nel 2005, altrimenti esso sarebbe slittato al 2007, dato che nell’anno delle consultazioni politiche (il 2006) il voto referendario non è consentito dalla legge.
L’idea del referendum nasce dopo che, nel 2003 l’indennità per i consiglieri regionali è stata aumentata dal 65% all’80%, rispetto a quella dei Parlamentari.
Tale aumento è avvenuto con la legge regionale n° 10 del 04/07/2003, la quale è andata a modificare l’articolo 1 della legge regionale n°15 del 1972 sulle indennità percepite dai Consiglieri Regionali, stabilendole nella quota dell’80% rispetto a quelle parlamentari. I promotori del quesito giudicano esagerato lo stipendio così determinato, e propongono l’abrogazione dell’articolo 1 della suddetta legge. Ottenuto questo si tratterà poi di arrivare ad una legge che porti l’indennità al 50%.