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DOSSIER
Donne e impresa
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..:: IL FARE IMPRESA AL FEMMINILE IN UMBRIA ::..

Ne parliamo con Tiziana Tombesi presdente del Comitato per l'Imprenditorialità Femminile umbro

Presidente del Comitato per l'Imprenditorialità Femminile dell'Unioncamere umbra e della Camera di Commercio di Terni è Tiziana Tombesi, imprenditrice edile, alla quale abbiamo rivolto alcune domande.

Perché la necessità di dare vita ai comitati per l'imprenditorialità femnile?
La presenza femminile nel mondo dell'impresa è stata sempre scarsa. Le donne si sono solitamente rivolte ad altre professioni, quelle che potevano in qualche modo consentirgli di conciliare meglio una serie di vari ruoli, di vari impegni. Oggi però sono sempre di più le donne che pensano al fare impresa come forma di impiego. La preparazione culturale si è evoluta, e sempre più spesso la donna riesce ad apportare un valore aggiunto al tessuto imprenditoriale delle nostre realtà locali. I comitati per l'imprenditorialità femminile, insieme agli strumenti legislativi, nascono per sostenere questa tendenza. Sono ancora molti i vincoli che insistono sulla possibilità per una donna di dedicarsi all'attività imprenditoriale, a cominciare da quelli familiari e culturali. In questo la politica ci potrebbe essere di grande aiuto, mettendo a disposizione delle donne una serie di strutture e aiuti che riescano a far conciliare in termini di tempo gli impegni imprenditoriali e familiari. Non basta fare una legge per agevolare il finanziamento delle aziende, che pure serve vista la difficoltà di accesso al credito, è necessario, e forse anche più determinante, mettere in campo politiche che non pongano la donna nella condizione di dover scegliere tra il fare impresa o il metter su famiglia. Un'azione politica importante potrebbe essere allora quella tesa ad aumentare l'offerta di scuole materne ed asili nido con orari più flessibili, in modo da rendere più "libero" l'impegno lavorativo della donna.

Quali sono le difficoltà connaturate all'impresa femminile?
La principale difficoltà, quando parliamo di imprese femminili, sta forse nella dimensione d'impresa, che è nel nostro caso piccola. L'impresa è una realtà che ha bisogno di tempo per strutturarsi. Dove abbiamo una donna alla guida di una medio grande impresa è spesso per un fatto ereditale. La maggior parte delle imprese sono dunque attività individuali di piccola dimensione, spesso a carattere artigianale. La piccola impresa è chiaramente quella più debole, portandosi dietro le classiche e oggettive difficoltà legate alla piccola dimensione, come le iniziali ricerche di mercato e la iniziale organizzazione e strutturazione dell'azienda, nonché, come già ricordato, la difficoltà di ottenere credito. Non a caso, come ampiamnete verificato, il periodo di crisi di queste micro- aziende femminili è al terzo anno: il tasso di mortalità in questa fase è altissimo.

Una fotografia dell'imprenditorialità femminile in Umbria. Quale è la situazione?
Quella umbra è una situazione che pur con tutte le difficoltà della nostra economia regionale è in controtendenza rispetto a molte altre regioni. L'imprenditorialità femminile in Umbria è in crescita, da uno studio fatto da Unioncamere dell'Umbria vediamo che nella nostra regione 1 impresa su 4 è femminile. Sulle 80.000 imprese umbre oltre 20.000 sono femminili. Ma il dato che emerge è che si tratta di microimprese, legate all'agricoltura al piccolo artigianato ed al commercio al dettaglio. Il dato è dunque in contro-tendenza, ma con tutte le difficoltà del caso.

Come valuta l'esperienza del comitato umbro? Sono stati raggiunti gli obiettivi preposti?
I comitati sono nati nel 2000 sulla base di un accordo tra il Ministero dell'industria ed Unioncamere. In questi anni siamo prima di tutto diventati un soggetto riconosciuto dalle istituzioni. Come comitato abbiamo poi messo in campo diverse misure: abbiamo fatto degli accordi con le banche per facilitare quanto più possibile l'accesso al credito; abbiamo messo in piedi un flusso di informazioni che ci consente di fotografare e studiare la realtà imprenditoriale femminile locale e la sua evoluzione. E' in corso anche uno sforzo per rendere accessibile all'utente finale il nostro lavoro ed esperienza. A Terni, ad esempio, è stato avviato, da oltre un anno, un servizio di consulenza on line, e siamo stati la prima camera di commercio in Italia a farlo.
È stato fatto quindi un gran lavoro di costruzione, di studi ed analisi. Attualmente stiamo cercando di analizzare i singoli settori in maniera da avere indicazioni più precise al fine di indirizzare efficientemente la determinazione dei criteri di assegnazione dei fondi. Da quest'anno abbiamo istituito un premio in collaborazione con la Regione per le imprese femminili. Ogni anno verrà preso in esame un settore produttivo, e all'interno di questo, sarà scelta un'azienda meritevole da premiare. Quest'anno è stato esaminato il settore tessile, una realtà che consente all'Umbria di esportare i propri marchi all'estero ma che oggi è in difficoltà.
È ovvio che il nostro obiettivo è quello di far nascere le imprese e far consolidare quelle esistenti, ma fin dove possibile dobbiamo cercare di non far scappare fuori dalla regione le risorse umane che abbiamo, i nostri cervelli, le nostre ragazze, sempre più preparate (con lauree che vanno dall'economia all'ingegneria alla bioarchitettura), con le idee chiare e una gran voglia di fare. Complessivamente, dunque, il lavoro svolto dai comitati umbri è sicuramente positivo ma deve poter migliorare attraverso sinergie sempre più forti con il mondo imprenditoriale, le istituzioni e l'Università.